Le valli principali del Verbano Cusio Ossola

Valle Strona

È la valle percorsa dall'omonimo torrente, il quale nasce dal laghetto alle falde del Monte Capezzone e poi discende ad oltrepassare Omegna da dove, piegando bruscamente verso nord-est, scorre nella val Corcera per poi affluire nel Toce.

L'antico percorso storico della Strà Vegia, risale tutta la valle da Omegna a Campello Monti, dove termina anche la strada asfaltata. Circa 700 anni fa, dallo storico valico che unisce la valle Strona alla val Mastallone, lo Schtronerfurku, i Walser di Remmalju (Rimella) giunsero per fondare Kampell (Campello Monti).

A Sambughetto, luogo interessato in passato dall'estrazione del marmo, è presente il più interessante complesso ipogeo della valle Strona: le Grotte di Sambughetto. Nella Caverna delle streghe, la cavità principale così chiamata perché si diceva essere abitata da streghe, e nella Grotta dell'Intaglio, sono stati rinvenuti diversi reperti paleontologici.

La testata della valle è inclusa nel Parco Naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona. Per le sue peculiarità geologiche, in quanto in essa affiorano rocce degli strati più profondi della crosta terrestre, la valle Strona è anche inclusa nel Sesia Val Grande UNESCO Global Geopark.

Scorcio pittoresco in Valle Anzasca

Valle Anzasca

La “Valle di Macugnaga”, la più meridionale delle valli dell'Ossola, è dominata dall'imponente parete est del Monte Rosa, con il suo rude carattere himalayano. Le vie alpinistiche che ascendono ai quattromila non sono per tutti, ma sono adatti ad ogni gamba e ad ogni gusto i numerosi sentieri che solcano tutti gli angoli della valle. Dai boschi di latifoglie, alle peccete, ai lariceti, ai laghi alpini, alle pareti di ghiaccio... la grande varietà di ambienti è tracciata da una rete di percorsi escursionistici di indubbio interesse naturalistico e fascino.

La bassa valle Anzasca ha un'anima romanza, mentre la testata è di origini Walser. La presenza contemporanea della “civiltà rurale montana” e della “civiltà Walser” ha generato una varietà di ambienti umani, intesi come complesso di culture e tradizioni, che arricchiscono i percorsi di visita. Un luogo in cui andar per sentieri nella natura e nella storia!

Nel 1969 la nascita dell'Oasi Faunistica di Macugnaga, prima riserva di quello che ora è la provincia del VCO, ha permesso la reintroduzione e la salvaguardia dello stambecco sul versante orientale del Monte Rosa. L'area protetta è facilmente raggiungibile da Pecetto, a piedi o dalla stazione superiore della seggiovia. Da essa, con agevole percorso sul ghiacciaio del Belvedere, ricoperto da detriti morenici, si può raggiungere l'alpe Pedriola, un'estesa conca prativa da cui è possibile proseguire verso il lago delle Locce, piccolo bacino glaciale originato dalla fusione dell'omonimo ghiacciaio.

A Macugnaga, non distante dal famoso lago delle Fate, in località Fornarelli, vi è la Miniera della Guia, prima miniera d'oro delle Alpi aperta alle visite turistiche e una delle poche in Europa fruibile dal pubblico.

Farfalla Apollo

Valle Antrona

Più di altre valli ossolane, la valle Antrona ha mantenuto un ambiente naturale integro e armonico. Ha saputo anche conservare con tenacia le sue antiche tradizioni e un folklore autentico. Una buona rete di sentieri favorisce un escursionismo di grande gratificazione in ambienti silenziosi e intatti, spesso solitari e rudi.

Le mete più note agli escursionisti sono il lago di Antrona, creatosi nel 1642 a causa di un'immensa frana, e gli invasi artificiali, realizzati a scopo idroelettrico, ma ormai pienamente integrati nel paesaggio. Da alcuni anni giornalisti, fotografi e documentaristi di tutto il mondo accorrono al lago di Cingino per riprendere gli “stambecchi arrampicatori” che si inerpicano sulle pareti quasi verticali della diga; la notorietà del curioso fenomeno è dovuta soprattutto al reportage del 2011 della National Geographic Society. È la presenza di salnitro, utilizzato dagli animali per integrare la dieta povera di sali, la ragione di tale insolita frequentazione.

Alle porte della valle Antrona è di grande interesse archeologico il sito megalitico di Varchignoli, costituito da un complesso di imponenti terrazzamenti agricoli in muri a secco, scale monumentali, sistemi di canalizzazione e drenaggio e camere a falsa volta ricavate nelle murature.

Nel 2009 la Regione Piemonte ha istituito il Parco Naturale dell'Alta Valle Antrona, confinante con la riserva svizzera della Laggintal, con lo scopo, tra gli altri, di tutelare la specie endemica di farfalla Erebia Christi.Un tempo unito al lago Maggiore e solo in epoca storica separato da esso ad opera dei sedimenti depositati dal fiume Toce, risulta essere di dimensioni davvero contenute. Può essere considerato come la porta orientale della Val d'Ossola. Lungo le sue sponde e sui terrazzi soleggiati che lo attorniano sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, tra cui molti utensili in selce scheggiata e in quarzo, in gran parte conservati al Museo Archeologico di Mergozzo, gradevole borgo da cui prende il nome.

Secondo lago di Paione in val Bognanco Nigritella all'alpe Vallaroparchi-e-riserve-naturali-del-verbano-cusio-ossola

Val Bognanco

Soprannominata in passato “la valle delle cento cascate”, è effettivamente caratterizzata dalla presenza di molti laghi alpini e torrenti che confluiscono nel Bogna creando innumerevoli salti d'acqua in corrispondenza dei gradini rocciosi. È nota principalmente per le sue fonti termali e le sue acque minerali, che nel XX secolo diedero impulso ad un florido turismo trasformando l'economia valligiana, basatasi fino ad allora sulla grande ricchezza dei comprensori di pascolo.

Oggi la valle appare appartata e solitaria, dall'aspetto angusto nella sua porzione inferiore, sebbene si apra in ambienti ariosi e spettacolari alle quote più elevate. È meno appetita ai turisti rispetto ad altre valli che vantano attrattive eclatanti e che sono ben promozionate. Eppure merita di essere scoperta e approfondita, percorrendo i suoi numerosi sentieri ricchi di storia e natura e godendo delle prospettive che si aprono sempre diverse.

Allo sbocco della Val Bognanco, sul colle di Mattarella sovrastante la piana di Domodossola, sorge il Sacro Monte Calvario, Riserva Naturale Speciale della Regione Piemonte e sito UNESCO del Patrimonio Mondiale unitamente agli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia. Dal Sacro Monte Calvario la Via del Monscera risale tutta la val Bognanco fino al passo del Monscera, storico valico commerciale tra l'Ossola e lo svizzero Canton Vallese.

L'alta val Bognanco è inclusa in una Zona di Protezione Speciale, unitamente all'alta valle Antrona e all'alta valle Anzasca.

Il Teggiolo, a picco sulla Val Divedro

Val Divedro

La valle Divedro, sulla destra idrografica del fiume Toce, è percorsa dal torrente Diveria, che scorre dal passo del Sempione a Crevoladossola; idealmente divide le alpi Pennine dalle alpi Lepontine.

Carica di storia, grazie all'importanza che la via del Sempione rivestì da sempre per i traffici commerciali con il Vallese, è anche estremamente interessante dal punto di vista paesaggistico ed offre una rete di percorsi escursionistici di tutto rispetto, tra cui il noto sentiero Stockalper, che collega Briga a Domodossola attraverso il passo del Sempione, con passaggio sulle selvagge gole di Gondo.

Da Gondo, nei pressi del confine italo-svizzero, si accede alla svizzera Zwischbergental, o val Vaira in italiano, percorsa dalla Via del Monscera, che a Gondo si congiunge allo Stockalperweg. Dal Sempione invece si può raggiungere la Laggintal, detta “valle delle farfalle” per l'abbondanza di specie di Lepidotteri, tra cui la rara Erebia Christi, nota con il nome di “farfalla dei ghiacciai”, la quale è presente anche nelle aree naturali protette dell'Ossola.

Val Cairasca

Dalla val Divedro, all'altezza di Varzo si dirama la val Cairasca, percorsa dall'omonimo corso d'acqua, che nasce nella piana dell'alpe Veglia dalla confluenza di sei torrenti originatisi dai monti e ghiacciai circostanti e confluisce a sua volta nel torrente Diveria.

La valle si divide ad un bivio: a sinistra per Trasquera e Bugliaga, proseguendo lungo il Cairasca per San Domenico di Varzo e Ponte Campo, porta di accesso al Parco Naturale dell'Alpe Veglia, il primo istituito dalla Regione Piemonte, nel 1978, poi accorpato al Parco Naturale dell'Alpe Devero.

L'alpe Veglia è un grande comprensorio di pascolo posto in un'ampia conca di origine glaciale a circa 1.750 m di quota, dominata dalla mole del Monte Leone. È raggiungibile anche con il panoramico Sentiero dei Fiori, con partenza dall'alpe Ciamporino, a cui si perviene a piedi o in seggiovia. Il Parco Naturale è solcato da numerosi percorsi, turistici ed escursionistici, tutti di grande remunerazione. Trekking irrinunciabile e altamente panoramico è la traversata dall'alpe Veglia all'alpe Devero; questo spettacolare percorso, che consente di godere di panorami veramente eccezionali, è anche un tratto della GTA, Grande Traversata delle Alpi, e del Sentiero Italia.

I ritrovamenti archeologici di Cianciavero testimoniano la sua frequentazione da parte di cacciatori nomadi già in epoca preistorica. Sulla parete rocciosa del Balm d'la Vardaiola è stata inoltre individuata una pittura rupestre che sembra raffigurare un cervo.

Alta Val Buscagna

Valle Devero

È percorsa dall'omonimo torrente e si dirama in direzione nord-ovest dalla valle Antigorio, da cui è separata dalla lunga dorsale che dalla Punta d'Arbola si protende verso sud fino ad incunearsi tra Premia e Baceno.

È una delle mete più ambite dell'Ossola, molto nota e frequentata per la presenza del Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, che offre una miriade di opportunità escursionistiche. Il facile anello di Crampiolo e del Lago delle Streghe vede ogni domenica un grande afflusso di visitatori desiderosi di lasciare la città per concedersi una pausa rigenerante in un ambiente naturale generoso.Allontanandosi da questi luoghi di assai facile accesso, gli escursionisti divengono più radi e la gratificazione aumenta esponenzialmente, di pari passo con la maestosità dei panorami.

Salire all'alpe "come una volta", percorrendo la piacevole mulattiera in pietra da Goglio, è un modo diverso e più autentico di raggiungere l’ampia conca alpina di Devero, percorrendo parte della storica via dell'Arbola verso l'Albrunpass, che fu frequentato fin dall'età del bronzo e vide il transito di mercanti di ogni tempo. Ogni anno, all'inizio d'agosto, al Passo d'Arbola si svolge un'allegra festa tra le genti della valle di Binn e della valle Antigorio, che si incontrano per rinnovare la loro amicizia, anche condividendo canti e specialità culinarie.

Trekking irrinunciabile e di immensa soddisfazione è la traversata dall'alpe Devero all'alpe Veglia; questo spettacolare percorso, che consente di godere di panorami veramente eccezionali, è anche un tratto della GTA, Grande Traversata delle Alpi, e del Sentiero Italia.

Farfalla Apollo

Val Formazza

È la più settentrionale tra le valli dell'Ossola, naturale prosieguo dell'Antigorio in ambiente alpino. È adatta ad essere frequentata in ogni stagione: la fitta rete di sentieri in alta quota ne fanno un terreno privilegiato per l'escursionismo estivo e il prolungato innevamento favorisce le esplorazioni invernali.

La presenza di ghiacciai, di numerosi laghi naturali e di forti pendenze l'hanno predisposta al pesante sfruttamento idroeletterico del secolo scorso, causa di radicali trasformazioni del suo ambiente e del suo paesaggio. Una diga regola anche il flusso della Cascata del Toce; la sua maestosità rese celebre la val Formazza fin dagli albori del turismo alpino, ma è oggi apprezzabile solo durante alcuni orari nei mesi estivi.

Per i Walser che la colonizzaro tra il XIII e il XIV secolo, la val Formazza è Pomattertal. L'impronta del popolo di origine alemanna permane tuttora nelle caratteristiche abitazioni in legno, nelle tracce linguistiche e nelle manifestazioni del folklore, civili e religiose, in cui vengono sfoggiati anche i tradizionali costumi.

Il Passo del Gries, a quasi 2.500 m di quota, costituì per secoli la via di collegamento più diretta tra la pianura lombarda e la Svizzera, attraverso la val Formazza e il Vallese. Dal 2002 quest'importante via commerciale è stata oggetto di rivalutazione divenendo, con il nome di Sbrinz Route, uno dei dodici itinerari culturali di interesse nazionale svizzero. Ogni anno, nel mese d'agosto, una carovana di uomini in costume e muli vi interpreta una partecipata rievocazione storica.

Particolare delle pitture rupestri della Balma dei Cervi Marmitte dei giganti sul torrente Devero, a Maiesso

Valle Antigorio

La valle Antigorio, pur con un nome proprio, è in naturale continuità geografica con la valle Formazza, insieme alla quale costituisce un unico solco vallivo che dalla piana di Domodossola risale fino ad insinuarsi in territorio svizzero, tra il Vallese a Ovest e il Ticino a Est.

Nota soprattutto per le sue acque termali, l'Antigorio ha un fascino discreto, non immediatamente percepibile dal viaggiatore di passaggio. Non ha ghiacciai, né vette particolarmente elevate da scalare; garantisce comunque percorsi escursionistici di grande soddisfazione e custodisce angoli ameni e di notevole attrattiva.

Alcuni degli itinerari privilegiati a livello turistico sono quelli che conducono alla scoperta degli Orridi di Uriezzo, un complesso di gole generate dall’azione dei ghiacciai e dei torrenti del passato. Nei loro pressi, le acque del fiume Toce scorrono in un tratto suggestivo, con caratteristiche forme di erosione: le “marmitte dei giganti”, impressionanti cavità di forma circolare scavate nella roccia. Dalla frazione Passo di Premia si possono raggiungere i gradevoli villaggi Walser di Salecchio inferiore e Salecchio superiore, e da qui proseguire per ulteriori escursioni.

La valle Antigorio fu popolata da tempi antichissimi, come testimoniano i ritrovamenti archeologici, numerosi sebbene sporadici. Ad Arvenolo, nel territorio di Crodo, un'imponente struttura megalitica detta Muro del diavolo non ha fornito per ora certezze relative al suo scopo ed utilizzo, ma si ritiene che essi debbano riferirsi all'ambito del sacro. Il sito preistorico di maggiore interesse è senza dubbio quello scoperto nel 2008 da Livio Lanfranchi e dal 2012 noto agli studiosi e al pubblico con il nome di Balma dei Cervi: uno straordinario complesso di figure dipinte in rosso sulla parete protetta di una cengia rocciosa, databile tra la fine del Neolitico e l'Età del Bronzo. Un quarantina di figure, tra umani schematici ed elementi geometrici, si sviluppano per oltre sei metri in estensione e un metro e mezzo in altezza, venendo a costituire un caso unico ed eccezionale sull'arco alpino. 

Vista dell'Isorno dal ponte del Diavolo di Altoggio, frazione di Montecrestese

Valle Isorno

All'imbocco della valle Isorno e della valle Antigorio è situata Montecrestese, località costituita da molte pittoresche frazioni unite da una rete di mulattiere assai piacevoli da percorrere; i nuclei antichi conservano case rurali in pietra spesso ben conservate.

Sui pendii assolati di Montecrestese sono state rinvenute le interessanti strutture megalitiche di Croppole e Castelluccio, allineamenti e circoli di menhir e costruzioni in pietra a secco con camere a falsa volta inserite nei terrazzamenti. In frazione Roldo è punto di notevole interesse il tempietto lepontico, o torre di Roldo, datato al primo secolo d.C. L'edificio di culto, dopo la cristianizzazione dell'Ossola venne riconvertito ad altri usi e in seguito sopraelevato per essere trasformato in una torre di vedetta.

La valle Isorno è stretta, incassata, isolata e poco frequentata. Nell'alta valle si estendono i pascoli dell'alpe Matogno e della Val Cravariola, che fu teatro di cruente dispute tra gli alpigiani svizzeri ed italiani, fino a che non fu assegnata definitivamente all'Italia nel 1874.

Val Vigezzo

La sua orografia è inconsueta; la valle Vigezzo è infatti percorsa da due torrenti con direzioni opposte: il Melezzo occidentale che scende a ovest fino ad immettersi nel Toce, e il Melezzo orientale, che scorre verso est nella Centovalli e confluisce nel torrente Maggia, in Canton Ticino. Rinserrata tra pareti incombenti nella sua parte bassa, si apre in alto in un vasto altipiano anticamente occupato da un grande lago formatosi in seguito al ritiro dei ghiacci del Quaternario.

È da tutti conosciuta come “la valle dei pittori” per le scuole d'arte che nell'Ottocento formarono numerosi artisti, paesaggisti e ritrattisti, anche di gran fama. Il suo territorio ben si presta, con il suo ambiente dolce e rilassante, ad essere riprodotto in vedute bucoliche e romantiche, nonché ad escursioni facili e riposanti per tutta la famiglia.

La valle Vigezzo non esclude comunque itinerari di maggior impegno e consente l'accesso al Parco nazionale della Val Grande, con i suoi ambienti selvatici e i suoi straordinari trekking. La valle è nota anche per gli spazzacamini che, negli anni dell'emigrazione, da qui si diramarono in tutta l'Europa, talvolta facendo fortuna. La figura dello spazzacamino è ricordata nel museo a lui dedicato a Santa Maria Maggiore e nelle rievocazioni folcloristiche.

Nel territorio di Malesco, sull'altopiano che separa la valle Vigezzo dalla valle Cannobina, nei pressi di Passo Scopello, è interessante la presenza dell'Oasi WWF di Pian dei Sali, che tutela una zona umida dove si possono osservare diverse specie di anfibi, rettili e uccelli.

Il rio Cannobino

Valle Cannobina

È un corridoio profondamente inciso e incassato che mette in comunicazione la valle Vigezzo con il lago Maggiore, da Malesco a Cannobio. Le pendici che affiancano la strada asfaltata sono ammantate da boschi, ma la valle si apre in alto su dorsali panoramiche e solari.

A nord le Rocce del Gridone e il Monte Limidario la separano dalla valle Vigezzo e dalle Centovalli, nel Canton Ticino; a sud-ovest confina con il Parco nazionale della Val Grande, che in parte si insinua nel territorio stesso della valle Cannobina.

Numerosi itinerari escursionistici ben segnalati si srotolano tra natura e cultura. L'antica mulattiera che collegava i borghi della valle, e che fu percorsa da Carlo Borromeo durante la visita pastorale nel 1574, prende oggi il nome di Strada Borromea; il suo tracciato consente di scoprire angoli suggestivi dalla valla Cannobina, dal Santuario della Pietà di Cannobio al santuario di Re in valle Vigezzo.

Grotta delle Meraviglie nel Parco nazionale Val Grande

Val Grande

È interamente inclusa, insieme alle sue tributarie, alla val Pogallo e ad alcune aree confinanti, nel Parco nazionale della Val Grande.

Il suo nome è divenuto sinonimo di “wilderness” perché, dopo l'abbandono totale da parte dell'uomo, la vegetazione è tornata a crescervi rigogliosa, fagocitando gli alpeggi e riappropriandosi di territori che in passato furono profondamente sfruttati e radicalmente trasformati. Il suo fascino risiede principalmente nel contrasto tra gli ambienti lussureggianti e selvatici e quel che resta dei numerosi corti e alpeggi che erano sparsi su erti pendii, dove la sopravvivenza era frutto di una continua e dura sfida. A causa del suo ambiente impervio e difficilmente accessibile, la val Grande fu scelta come base dalle locali formazione partigiane, e vi furono scritte pagine tragiche della Resistenza.

Oggi la val Grande è meta di un escursionismo di scoperta, che rifugge le mete più frequentate del turismo di montagna per privilegiare l'ambiente “selvaggio”, solitario e silenzioso. Nonostante presenti alcuni percorsi ben segnati, la val Grande è un territorio che richiede cautela, esperienza e consapevolezza nella pratica dell'escursionismo.

Sul finire degli anni Novanta, nel territorio della Val Grande fu scoperta una grotta, successivamente battezzata Grotta delle meraviglie, dal complesso sviluppo sia orizzontale che verticale, con alcune sale concrezionate ricche di stalattiti e stalagmiti.La "Grotta delle meraviglie" è di difficile accesso e attualmente non fruibile dal pubblico.

Il Parco Nazionale della Val Grande, oltre ad essere stata il soggetto di diversi documentari in varie lingue, ha ospitato le riprese di due lungometraggi: La Terra Buona e A riveder le stelle.