Da Passera di Stresa alla Motta Rossa e a Lesa

racconto di:
Gianna Maria di Pray (BI)

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Non essendo un’accanita camminatrice, è con un po’ di apprensione che ho aderito alla gita, e invece!… Stanca, ero stanca, alla sera, l’ultima salita ha messo a dura prova la mia resistenza, ma la soddisfazione ha avuto la meglio sulla spossatezza. Sono tornata con ben tre panini in meno, ma con diverse conoscenze in più. A conquistarmi sono state le “coppelle”, incisioni di cui sapevo poco o niente che attorniano la Motta Rossa, ma non solo; la loro storia, il mistero che ancora le circonda, le molteplici interpretazioni sul loro significato – forme di espressione con chissà quale valenza comunicativa o simbolica – mi hanno affascinata. Proporrei a Ambro un’escursione dedicata a loro, per approfondirne la conoscenza e per vedere le altre che sono state scoperte in zona.

Anche la chiesetta di San Paolo riserva una sorpresa: i personaggi medioevali affrescati, dediti alle attività della vita campestre, ci hanno invitati a seguirli nel loro corteo dietro ai musicanti. E per tutte le ore a venire è stato un po’ come passeggiare con loro. Spontanea l’associazione fra le scene affrescate e i ruderi di case e capanni che abbiamo incontrato e visitato lungo il sentiero; strumenti e arnesi di lavoro ormai in disuso, tracce di una vita passata quando i vigneti erano ancora fiorenti… c’è stato quindi spazio per l’immaginazione e per un po’ di malinconia.

L'oratorio campestre di San Paolo di Belgirate
Affreschi nell'oratorio di San Paolo di Belgirate

Il percorso sorprende proprio perché non è mai monotono: è un susseguirsi di ambienti assai mutevoli e vari, direi quasi un gioco di contrasti. Da una natura tenace e selvaggia che avvolge e inghiotte ciò che resta di una vita domestica contadina si sbuca su uno “spiazzante”, verdissimo e “artificialissimo” campo da golf; dal sentiero riparato dagli ombrosi castagni al respiro che lo scorcio panoramico sul lago e le barche a vela può donare. Passeggiare nel bosco fra ciottoli e ruscelli e poi sull’asfalto fra le case di una frazione o ad ammirare una fiabesca villa; lo sguardo dei santi nelle cappelle votive incontrate qua e là a segnare il cammino e lo sguardo abbioccato di qualche mucca in un campo. E poi le distese di felci, la particolarità del Sigillo di Salomone e qualche fiore di Paulonia disperso dal vento tanto per ingannarci a cercarne la pianta nei dintorni.

Un po’ di storia, interessanti informazioni e curiosità, tanto verde e tanto blu. Una bella giornata, ne è valsa la pena.

Lampascione (Leopoldia comosa) Chiesa vecchia di Belgirate
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