Al lago della Bocchetta di Aurona

racconto di:
Rinaldo di Alpignano (TO)

È una bella giornata, ed è valsa la pena di venire fino al Passo del Sempione. Il panorama è sempre bello e verrebbe già la voglia di sdraiarsi qui su un prato… ma non siamo venuti per questo, perciò, posteggiata l’auto davanti allo storico Ospizio, iniziamo a prepararci per l’escursione.

Il programma di oggi prevede la salita al lago che giace poco sotto la Bocchetta d’Aurona. Per gli amanti dei dati tecnici: il Passo del Sempione si trova a 1997 metri e, con poco meno di 800 metri di dislivello, in 3 ore scarse di camminata tranquilla, con qualche sosta per le fotografie, dovremmo raggiungere i 2756 metri del lago. Dall’Ospizio arriviamo in breve ad un primo alpeggio, che credo si chiami Rotels, e ne approfittiamo per riempire le borracce, facendoci spazio tra le vacche al pascolo. Da lì iniziamo a risalire i pendii erbosi, lasciandoci alle spalle un traliccio e l’arrivo della sciovia; il panorama diventa ancora più apprezzabile.

L’ambiente è mutevole ed è per questo che mi piace e sono grato a chi mi ha accompagnato in questo itinerario. Si passa dai pascoli fioriti a scarpate erbose attraversate da rigagnoli e torrenti, per arrivare a pietraie moreniche e placche levigate dal ritiro dei ghiacciai, che sembrano degli enormi scivoli per giganti.

Pecora Naso Nero del Vallese
Fioritura nei pressi del lago della Bocchetta di Aurona

Il buon umore cresce alla vista di pecore molto particolari, al pascolo tra residui di neve, che non mi era mai capitato di vedere prima: sono buffe, lanosissime, bianche, ma con la testa e la parte terminale delle zampe nerissima, le vedrei bene in un cartone animato per bambini! Salutate le pecore ci innalziamo sulla morena che immette nella conca dove si adagia il lago, poco sotto la Bocchetta, nota sul versante elvetico come Kaltwasserpass, ovvero Passo dell’Acqua Fredda.

Ci fermiamo qui a riposarci e a mangiare qualcosa. La vista, nonostante qualche nuvola, è appagante. Il tempo sembra cambiare e ci affrettiamo a scendere lungo lo stesso percorso. Velocemente torniamo all’Ospizio, ma la giornata non è ancora finita e merita di essere chiusa in modo adeguato e, “dulcis in fundo”, ma proprio dulcis, in uno dei locali per viandanti ci sollazziamo con un’enorme fetta di torta al rabarbaro.

Sassifraga sul sentiero per la Bocchetta di Aurona Semprevivo sul ghiaione
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